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Il governo Monti ha calato un’altra delle carte dal mazzo che la Bce gli aveva passato qualche mese fa. Nella loro famosa lettera Draghi e Trichet chiedevano “un’accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti”, ed ecco fatto. Il governo cala l’asso: la fine dell’Articolo 18 è realtà nel disegno di legge che il governo ha presentato per la discussione parlamentare.

Due compagni dirigenti della Tendenza Marxista Internazionale in El Salvador hanno subito un grave incidente.

Alle 10 di mattina del 10 marzo, sono iniziati i lavori del 31° congresso dei marxisti pakistani di The struggle nel suggestivo edificio Aiwan-i-Iqbal di Lahore. Quest’anno c’è stata una partecipazione record, superiore a tutte le presenze precedenti. Oltre 2.600 persone hanno riempito la sala. Non c’erano posti a sedere a nessun piano e qualcuno ha dovuto sedersi nei corridoi.

Oltre la retorica, e perchè si ritorni a discutere dell'8 marzo come di un giorno di resistenza e di lotta contro l'attacco ai diritti di tutte le donne lavoratrici, ripubblichiamo questo articolo del 2009, che conserva tutta la sua validità.

In tutto il mondo milioni di lavoratori e di giovani guardano agli avvenimenti  in Grecia. Gli scioperi generali di 24 o 48 ore, le manifestazioni di massa e l’assedio al parlamento che vota le misure di austerità vengono guardate con enorme simpatia ed in queste il ruolo del Partito Comunista Greco (KKE) è evidente a tutti.

Questo articolo è apparso sul numero di gennaio-febbraio de La Riposte, la rivista dei marxisti francesi. Getta una luce sul presunto progressismo di John Maynard Keynes, icona di tanti circoli intellettuali di sinistra.

A un anno dalla rivoluzione, la Tunisia si trova ad affrontare un’ondata di scioperi, rivolte regionali, sit-in e proteste di ogni sorta. Per le centinaia di migliaia di lavoratori e giovani tunisini che avevano coraggiosamente affrontato le pallottole della dittatura per ottenere lavoro e dignità, fondamentalmente non è cambiato nulla.

Il 9 gennaio del 2012 in Nigeria si è fatta la storia: a Lagos, in migliaia hanno risposto all’appello dell’Organizzazione del Lavoro e della Società Civile (LASCO) ad organizzare uno sciopero generale e una protesta di massa a livello nazionale che esprimesse la rabbia contro i recenti incrementi dei prezzi della benzina annunciati dal governo quidato da Goodluck Johnatan, il primo gennaio di quest’anno.