Negazionismo, vignette contro l'Islam

Italian translation of Holocaust denial, anti-Islamic cartoons – all reactionary propaganda by Yossi Schwartz (February 22, 2006)
A Vienna lo storico britannico di estrema destra David Irving, 67 anni, conosciuto per il suo libro La guerra di Hitler, è stato condannato per aver negato l'Olocausto (un reato secondo la legge austriaca), dopo essersi dichiarato colpevole rispetto ai capi d'imputazione che gli erano contestati. In sua difesa ha dichiarato di aver già cambiato idea sin dal 1992 dopo aver rintracciato una registrazione radiofonica che conteneva un messaggio ad Adolf Eichmann riguardo il massacro di un milione di ebrei al campo di sterminio di Treblinka.

Questa dichiarazione di Irving, tuttavia, è una menzogna. Come ha detto domenica al quotidiano israeliano Haaretz la prof.ssa Dina Porat, che dirige all'Università di Tel Aviv l'Istituto per lo Studio dell'Antisemitismo e del Razzismo Contemporanei, "Non è possibile che Irving abbia cambiato idea nel 1992 senza dire niente a proposito nel corso del processo per diffamazione che ha avviato nel 2000".

Irving è stato arrestato lo scorso novembre nell'Austria meridionale, su un mandato che era stato spiccato in conseguenza di due conferenze che aveva tenuto in Austria nel novembre 1989. Alla prima conferenza, tenuta di fronte a 300 persone nel paese di Leoben, Irving aveva sostenuto che Hitler non avesse mai ordinato lo sterminio degli ebrei, che ci sia l'opera di "individui sconosciuti" travestiti da soldati nazisti dietro la "notte dei cristalli" e che il diario di Anna Frank sia un falso. Nel suo secondo discorso, tenuto nel retro di un pub viennese, Irving ha sostenuto che "Auschwitz è una leggenda".

Irving non è l'unico propagandista nazista ad aver subito imputazioni di reato. C'è anche il caso di Ernst Zundel in Canada. La sua vicenda può aiutare a comprendere meglio il destino di Irving.

Zundel è emigrato in Canada nel 1958, all'età di 19 anni, per sfuggire alla leva in Germania Ovest. Sedicente "cristiano e pacifista", si è stabilito a Montréal e si è guadagnato da vivere come artista commerciale. Nel 1978, però, un giornalista canadese ha scoperto che Zundel era il principale propagandista in Canada di idee filonaziste e negazioniste.
Nella sua casa editrice, con sede a Toronto, la Samisdat Publishers Ltd., ha pubblicato la propria propaganda d'odio come L'Hitler che amavamo e perché e ha ristampato dei classici negazionisti come Uno sguardo diretto sul Terzo Reich di Arthur Butz, La truffa dei sei milioni di Austin App e Auschwitz, Dachau, Buchenwald: la più grande frode della storia di Richard Harwood.

Nel 1977 ha scritto per la periodico-spazzatura nazista White Power Report [Bollettino del Potere Bianco] un articolo intitolato Il nostro nuovo emblema: il meglio di due mondi (riferendosi ad uno stemma che fondeva una svastica e la bandiera americana) dove diceva:


"Ovunque guardiamo, noi popolo bianco ci troviamo assediati da popoli di altre razze che competono aggressivamente con noi per il posto di lavoro, per il cibo, per la casa, per l'Istruzione e soprattutto... per il potere! Gli ebrei sono particolarmente esperti nel conquistare posizioni strategiche o nell'infiltrarsi nella nostra società, nella quale esercitano un potere che va molto al di là del loro numero..."

Alla fine degli anni '70 e nei primi anni '80, il catalogo delle Samisdat Publications è cresciuto da pochi testi sulla negazione dell'Olocausto ad un mare di esplicita propaganda nazista; includeva la riproduzione di 50 manifesti della Seconda Guerra Mondiale, una sezione di audiocassette di "Discorsi storici, marce e canzoni di battaglia", inclusi Musica del Terzo Reich ("nutrimento ed ispirazione per l'anima ariana"), Fanfara di vittoria della Wehrmacht, Parla Adolf Hitler e La dichiarazione di guerra al Reichstag.

Zundel attirò l'attenzione della polizia canadese, che lanciò diverse indagini contro di lui. Nel 1985 fu posto sotto accusa secondo la sezione 177 del Codice Penale del Canada per "pubblicazione deliberata di notizie false" e non secondo la sezione 281, che proibisce la promozione dell'odio contro qualsiasi "gruppo identificabile".

Zundel fu condannato il 26 febbraio 1985 per aver pubblicato false notizie sull'Olocausto. Questo gli diede l'opportunità di apparire come un eroe della "libertà di parola". Eppure, Zundel non scontò la sua condanna: nel gennaio 1987, la Corte d'Appello dell'Ontario ribaltò la condanna del 1985, basandosi su errori procedurali durante il processo. Nel giugno del 1987, fu allestito un nuovo processo che gli diede un altro palcoscenico per diffondere la sua propaganda nazista.

La corte d'appello confermò la condanna e Zundel arrivò alla prigione sul Don, a Toronto, il 5 febbraio 1990, indossando un costume a strisce in stile "campo di concentramento", con scritto sopra "Prigioniero politico Ernst Zundel"; passò solo una settimana in carcere e fu poi rilasciato su una cauzione di 10mila dollari in attesa del giudizio di appello alla Corte Suprema canadese. Il 27 agosto 1992, la Corte Suprema del Canada dichiarò incostituzionale la legge che proibiva la diffusione di notizie false; questa decisione pose fine alle richieste di estradizione lanciate contro Zundel dopo la sua condanna nel 1988.

Nel 1994 Zundel fece richiesta al Dipartimento per la Cittadinanza e l'Immigrazione per ottenere la cittadinanza canadese. Dopo molti processi, nel dicembre 2000 la Corte Suprema rifiutò ogni ulteriore appello e nel febbraio 2001 Zundel lasciò il Canada per gli Stati Uniti. Per un po' visse nel Tennessee ma in seguito fece ritorno in Canada sostenendo ancora di essere un rifugiato politico; e questo in un Paese che aveva chiuso le porte ai rifugiati ebrei che scappavano dalla persecuzione nazista, sostenendo che anche un solo ebreo sarebbe stato di troppo.

Tutto questo rende necessario porsi alcune domande. La prima domanda è: perché ci sono voluti 17 anni per perseguire quest'uomo [Irving] per incitamento all'odio? La seconda è: cosa rende il negazionismo, una forma di antisemitismo diretta contro gli ebrei, differente dalle caricature che ritraggono Maometto, il fondatore dell'Islam, come un terrorista? Non è anche questo un modo per attaccare un gruppo di persone, cioè tutti i musulmani, a causa della religione a cui aderiscono? Perché l'incitamento all'odio verso i musulmani è considerato un'opinione legittima mentre l'incitamento all'odio contro gli ebrei è un reato?

Una spiegazione sfugge al pensiero razionale e la si può trovare solo nella logica di una società classista dominata da ipocriti che in un dato momento - quando serve ai loro interessi - trovano utile attaccare i musulmani e invece sacrificare alcuni dei loro servi nazisti, sempre quando anche questo torna utile.

Chiunque conosca un po' di storia ha familiarità con la vera storia dell'Occidente cosiddetto "democratico" - e del Vaticano - che dopo la Seconda Guerra Mondiale aiutarono clandestinamente la fuga dei nazisti verso nascondigli sicuri. Non lo si può più nascondere: documenti CIA resi pubblici di recente danno un assaggio di fino a che punto i funzionari dei servizi segreti statunitensi si siano basati, per la raccolta di informazioni sui sovietici dopo la Seconda Guerra Mondiale, su sospetti criminali di guerra nazisti. Secondo gli archivi della Cia, alcuni dei nazisti che erano sul proprio libro paga hanno vissuto nel lusso dopo la guerra, spesso godendosi ricchezze che avevano sottratto agli ebrei.

Il più famoso nazista sul libro paga dello spionaggio USA era Klaus Barbie, "il macellaio di Lione" che aveva ordinato l'assassinio dei bambini ebrei francesi durante la guerra. I documenti hanno rivelato che, diversamente dalle false voci messe in giro dai mass media pilotati, il capo della Gestapo Heinrich Müller non morì alla fine della Seconda Guerra Mondiale, bensì lavorò per la CIA.

Quello che ancora resta nascosto è fino a che punto le "democrazie" occidentali sostennero i nazisti prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tra i nazisti che fuggirono utilizzando le "rotte dei topi" troviamo Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke, Aribert Heim ed Ante Pavelic, che vennero condotti in America Latina. Questa, però, è solo la punta dell'iceberg, se solo consideriamo che un intero reparto di SS ucraine venne fatto insediare in Canada.

Non era in gioco solo la questione di ottenere spie contro l'Unione Sovietica, come dicono oggi. Questi nazisti erano visti dai padroni dei governi capitalisti occidentali come una forza su cui fare affidamento contro la possibilità di qualsiasi sollevazione della classe operaia. Quanto siano stati utili lo possiamo vedere dall'esperienza cilena dove, dopo il 1973, i nazisti - che si erano trasferiti in Cile dopo la Seconda Guerra Mondiale - offrirono le proprie competenze nel torturare sindacalisti ed altri attivisti di sinistra sotto il regime militare, supportato dalla CIA, di Pinochet.

Libertà di parola

Le orribili caricature dirette contro i musulmani non sono molto diverse dalle caricature naziste contro gli ebrei. L'idea che ci sta dietro è dividere la classe operaia e spingerne una parte contro un'altra, oltre ad incolpare gli immigrati da Paesi musulmani per tutti i mali del capitalismo.

Limitiamoci a sostituire la propaganda di Zundel contro gli ebrei con la parola "musulmani" e troveremo gli stessi discorsi fatti in questi giorni dai leader della destra in Europa come in Australia, negli USA come in Israele.

Ecco come suonerebbe: "Ovunque guardiamo, noi popolo bianco ci troviamo assediati da popoli di altre razze che competono aggressivamente con noi per il posto di lavoro, per il cibo, per la casa, per l'Istruzione e soprattutto... per il potere! I musulmani sono particolarmente esperti nel conquistare posizioni strategiche o nell'infiltrarsi nella nostra società, nella quale esercitano un potere che va molto al di là della portata del loro numero..."

In Israele dei coloni di destra hanno scritto con lo spray terribili slogan razzisti sui muri di moschee a Kalkilia e a Maalot Tarshia, slogan come "Maometto è un porco" e "Morte agli arabi". L'esercito naturalmente ha promesso di arrestarli, ma non fa mai niente, sebbene loro sappiano chi sono gli attivisti di Khana Hi, la banda apertamente fascista che sta dietro gli slogan.

Ma perché guardare tanto lontano? Il governo israeliano ha deciso di sottrarre il denaro che deve all'Autorità Palestinese per l'IVA che raccoglie per i beni che transitano in Israele verso i Territori Occupati. È una misura punitiva per il massiccio sostegno elettorale che ha ricevuto Hamas nelle elezioni. Prima spingono i palestinesi nelle braccia di Hamas con la loro politica e il loro comportamento e poi li puniscono per aver reagito contro tutto questo.

È come se stessero dicendo: "Siccome non ci piace il cosiddetto governo palestinese, è ora di sostituire i palestinesi occupati con una nazione occupata più obbediente".
Il "team anti-Hamas" - capeggiato dal consigliere del primo ministro, Dov Weissglas, e che include il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa di Israele, il direttore dello Shin Bet, generali ed alti ufficiali - ha incontrato l'altro giorno il ministro degli Esteri Tzipi Livni per discutere come reagire alla vittoria elettorale di Hamas. Sono stati tutti d'accordo con l'imposizione di un boicottaggio economico sull'Autorità Palestinese. Weissglas ha elargito la battuta della giornata: "È come un appuntamento col dietologo. I palestinesi diventeranno molto più magri, ma non moriranno", e a quanto pare tutti si sono rotolati dalle risate.

L'idea di mettere della gente affamata a dieta è considerata una barzelletta dai padroni di Israele. Questa politica è molto peggio degli scritti e dei discorsi di Irving e lo scherzo è peggiore delle caricature danesi.

Più di metà dei palestinesi già vive in povertà secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato a dicembre. L'ultimo anno, il 37% di loro ha avuto difficoltà ad alimentarsi regolarmente ed il 54% dei residenti nella "libera" striscia di Gaza ha dovuto ridurre la quantità di cibo che consuma. La mortalità infantile è salita del 15% e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 28%. Per viaggiare nella Cisgiordania, i palestinesi devono attraversare non meno di 397 posti di blocco. E come se tutto questo non fosse abbastanza, oggi si stanno discutendo altre proposte, come il taglio dell'elettricità e dell'acqua o affamare milioni di innocenti residenti sotto occupazione.

Tutto ciò è considerata "normale strategia elettorale". Con le proteste della classe operaia in altri Paesi, questa folle crudeltà può essere fermata. Ad ogni modo, con questo si dimostra non solo quanto in basso la classe dominante israeliana e i suoi amici siano precipitati, sia politicamente sia moralmente, ma si rivela anche un'altra semplice verità: quando i capitalisti parlano di democrazia e libertà di parola, teniamoci pronti a difendere la nostra vita.

Con l'approfondirsi della crisi del sistema capitalista mondiale, i padroni diventano più disperati ogni giorno che passa. Vogliono spingere Hamas a riavviare la sua campagna di terrore contro i lavoratori e i poveri di Israele. Vogliono che gli arabi e gli ebrei, i lavoratori e i poveri, si uccidano gli uni gli altri così potranno derubare i palestinesi, gettando allo stesso tempo un altro buon mezzo milione di israeliani sotto la soglia di povertà.
I lavoratori in Israele hanno mostrato molte volte di essere vicini al limite. Abbiamo visto numerosi scioperi importanti. Abbiamo visto lo spostamento verso sinistra del partito laburista. Tutto questo è indicativo del fatto che la lotta di classe in Israele sta fermentando sotto la superficie. In queste condizioni un po' di bombe piazzate nelle scuole, negli autobus, nei mercati, ovunque ci siano civili, tornerebbero utili ai padroni di Israele. La società si sta dividendo lungo linee di classe. Le bombe aiuterebbero a saldare insieme un'instabile "unità nazionale".

Lo stesso vale per il campo palestinese. Anche tra i palestinesi abbiamo visto apparire divisioni di classe. Se l'esercito israeliano scatenasse una pesante ondata repressiva ciò potrebbe allontanare l'attenzione dalle questioni di classe e anche ricostruire una qualche forma di "unità nazionale". In questa maniera i lavoratori verrebbero aizzati contro altri lavoratori e costretti ad unirsi coi propri sfruttatori.

L'unica via d'uscita per mettere fine a questa pazzia è lavorare per l'unità dei lavoratori di tutti i Paesi, per trasformare questo folle e marcio sistema e per costruire il socialismo mondiale.

22 febbraio 2006