Ottima chiusura della campagna “Giù le mani dal Venezuela“ in Italia

L'ultima fase della campagna “Giù le mani dal Venezuela" ci ha portato in Calabria, Sicilia e Roma. Martedì 11 maggio circa 40 persone, per la maggior parte studenti dell'Università della Calabria hanno partecipato ad una riunione a Cosenza organizzata dai sostenitori cosentini della rivista marxista Falcemartello. Ancora una volta il dibattito si é concentrato sulla questione della violenza e della non violenza. Uno studente ha chiesto se dare le armi alla popolazione non possa essere pericoloso nel senso di creare caos e violenza generalizzata. Jorge Martín ha precisato che la questione non é di dare armi a chiunque ma piuttosto di creare una milizia operaia e popolare organizzata e controllata da assemblee rivoluzionarie democratiche in ogni fabbrica e quartiere operaio.

Un altro compagno ha chiesto se i lavoratori sarebbero realmente in grado di gestire l'industria da soli o se hanno comunque bisogno degli amministratori e dei tecnici. La risposta é stata: sì, i lavoratori sono perfettamente capaci di gestire l'industria come hanno dimostrato i lavoratori del settore petrolifero durante il sabotaggio orchestrato dai contro-rivoluzionari. Inoltre la Pdvsa, la compagnia petrolifera, é altamente sviluppata dal punto di vista tecnologico, con numerosi processi gestiti da sistemi computerizzati e satellitari. In ogni caso tecnici e ingegneri saranno comunque necessari, ma fra di loro molti sono disposti a collaborare con i lavoratori e altri saranno usati come lo sono adesso con la differenza che anzicché seguire gli ordini dei dirigenti capitalisti seguiranno le istruzioni del comitato di gestione democratico dei lavoratori.

Quando eravamo a Cosenza abbiamo ricevuto la notizia che il congresso della Fiom-Cgil di Caserta aveva votato all'unanimità un ordine del giorno in solidarietà con i lavoratori venezuelani nel quale si riconosce il carattere putchista dei dirigenti della CTV (il vecchio sindacato burocratizzato) e si fa appello a stabilire legami con la nuova federazione sindacale UNT. Il Congresso di Caserta si é anche impegnato a presentare questo ordine del giorno al prossimo congresso regionale Fiom della Campania.

Dopo la Calabria la campagna si é spostata sull'altra sponda, in Sicilia. Nel pomeriggio del mercoledì 12 maggio c'é stata un'assemblea con circa 40 presenti. L'iniziativa era stata organizzata dalla federazione provinciale di Rifondazione ed erano stati invitati anche altri relatori. Subito dopo Jorge Martín é intervenuto un professore universitario della Statale di Milano, il professore Pompeiano, che ha dimostrato ancora una volta come una laurea non sia garanzia di conoscenza. In pratica ha detto che Chavez é un populista e che tutti gli esperimenti populisti in America Latina sono finiti in dittature sanguinose (!!!). Ha poi aggiunto che Chavez ha interferito con l'indipendenza della magistratura e che questo é una dimostrazione delle sue tendenze antidemocratiche. Ha anche sostenuto che “l'addestramento paramilitare dei bambini nelle scuole" (!!??) e il fatto che le caserme militari sono aperte alla popolazione e i soldati sviluppano progetti sociali nei quartieri sono segnali della “militarizzazione della società" (forse il professore Pompeiano preferirebbe un modello in cui l'esercito sia usato per reprimere la popolazione disarmata!). Dopo queste affermazioni anche il coordinatore dell'iniziativa, un professore dell'Universitàdi Messina e membro del partito comunista di vecchia data, ha sentito il bisogno di spiegare che la “democrazia" in astratto non significa nulla e che la classe dominante ha dimostrato molte volte nella storia che quando i loro interessi sono minacciati non esitano a ricorrere al fascismo come successe in europa negli anni '30. In seguito é intervenuto l'euro parlamentare Giuseppe Di Lello che ha visitato il Venezuela con un gruppo di membri del Parlamento Europeo. Ha spiegato come il problema non sia tanto la presunta mancanza di democrazia in Venezuela ma piuttosto l'impunità dei crimini commessi dall'opposizione antidemocratica, particolarmente durante il colpo di stato del 2002. Ha anche citato un'articolo pubblicato sul giornale finanziario controllato dall'opposizione che poneva in discussione la legittimità di “assassinare un presidente in certe circostanze"! Le conclusioni che ha tratto da questa esperienza sono che tutte le accuse dell'opposizione sulla mancanza di democrazia e sugli attacchi alla libertà di stampa sono false e che la rivoluzione deve essere radicalizzata per potersi difendere dall'opposizione antidemocratica. Di Lello ha poi aderito alla campagna “Giù le mani dal Venezuela" e firmato l'appello. Nelle conclusioni Jorge Martín ha risposto all'argomento della cosí-detta interferenza di Chavez contro l'indipendenza della magistratura spiegando che in Venezuela la stragrande maggioranza dei giudici sono reazionari e che la Corte suprema di giustizia ha anche dichiarato che non c'é stato nessun colpo di stato nell'aprile 2002 ma solo un “vuoto di potere". Vorremmo ringraziare il Prc di Messina per aver organizzato questa iniziativa e anche per la generosa offerta a sostegno della campagna.

Jorge Martin interviene all'assemblea di Cosenza (11 maggio 2004)  Jorge Martin interviene all'assemblea di Cosenza (11 maggio 2004) Dopo l'assemblea di Messina ci siamo precipitati a Catania dove il circolo Marx-Engels di Rifondazione ci aveva invitato a parlare in un seminario che hanno organizzato sul tema dell'imperialismo. Quaranta persone erano stipate in una piccola sala del “Nievsky“ (un bar di sinistra) per sentire Jorge Martín spiegare la situazione in Venezuela. Dopo la discussione c'era in programma una cena di autofinanziamento.

L'ultimo giorno della campagna siamo stati a Roma dove la Federazione provinciale aveva organizzato un'assemblea. Anche in questo caso erano presenti circa 40 persone. Fra i relatori, oltre Jorge Martín dell'associazione “Giù le mani dal Venezuela", c'erano Marco Consolo del Dipartimento internazionale del Prc e Mario Mella del Circolo bolivariano di Roma. Anche quì il dibattito è stato molto vivace ed è stata sollevata la questione della non-violenza e della necessità o meno di radicalizzare la rivoluzione. Marco Consolo ha sostenuto che la questione centrale non è tanto di armare la popolazione (cosa che lo stesso Chavez ha sostenuto) ma piuttosto di disarmare i reazionari. Ha anche messo in guardia contro il pericolo dell'interferenza da parte di “rivoluzionari dall'esterno" che cercano di determinare la linea della rivoluzione e che vorrebbero farla avanzare troppo in fretta. Ha spiegato che ogni rivoluzione ha i propri ritmi e che questi non dovrebbero essere accellerati artificialmente. Jorge Martín ha risposto spiegando che la necessità di radicalizzare la rivoluzione nella direzione della nazionalizzazione dell'economia sotto il controllo dei lavoratori non era una questione sollevata da rivoluzionari “esterni“ al Venezuela, ma fa parte del programma di fondazione del sindacato nazionale dei lavoratori venezuelani (UNT). Questo significa che gli stessi lavoratori venezuelani stanno avanzando un chiaro programma anticapitalista come unico modo di combattere l'imperialismo. Jorge ha aggiunto che il problema principale che la rivoluzione deve affrontare non é tanto l'accelerazione artificiale del ritmo ma piuttosto la senzazione da parte delle masse che la rivoluzione sta procedendo troppo lentamente. Anche a Roma siamo stati intervistati da Radio Città Aperta.

Durante il viaggio abbiamo anche incontrato Pino Rea, il presidente della federazione toscana del sindacato dei giornalisti (FNSI). Pino Rea ha scritto un ottimo rapporto sulla situazione dei media in Venezuela per il sindacato dei giornalisti intitolato “Lotta di classe in redazione - Giornalismo e informazione fra Chavez e i media golpisti" che può essere trovato suinternet all'indirizzo: http://xoomer.virgilio.it/felix2004/. Nel rapporto Pino Rea sostiene che il vero conflitto non riguarda tanto la libertà di stampa quanto il diritto all'informazione dato che tutti i mezzi di comunicazione privati in Venezuela sono controllati dall'opposizione.

La registrazione completa dell'ottima assemblea di Bologna si trova on-line all'indirizzo: http://www.acabnews.it/view/2618 e sullo stesso sito si può trovare un'intervista con Jorge Martín sulla questione dell'arresto dei paramilitari colombiani in Venezuela: http://www.acabnews.it/view/2651

In conclusione possiamo trarre un bilancio molto positivo della campagna. Circa 1150 persone hanno partecipato alle 20 assemblee organizzate. Più di 4600 euro sono stati raccolti e altri soldi devono ancora arrivare, e sono state vendute circa 300 copie della rivista El Topo Obrero, il giornale della Corrente Marxista rivoluzionaria venezuelana oltre a più di 1000 copie del docvumento sul Venezuela prodotto in Italia dai sostenitori della campagna “Giù le mani dal Venezuela". La campagna ha anche posto le basi per un lavoro a sostegno del Venezuela nel movimento sindacale, in particolare la Fiom-Cgil per discutere il riconoscimento dell'Unt come rappresentante legittimo dei lavoratori venezuelani al posto della burocrazia non eletta della vecchia CTV agonizzante.

Leggi qui il calendario completo: Assemblee con Jorge Martin in Italia