Gran Bretagna: quale strategia per la sinistra nei sindacati?

Diversi fra i più importanti sindacati hanno visto spostamenti tellurici verso sinistra negli ultimi mesi, con i lavoratori che riprendono l’azione sul fronte delle lotte sindacali. Per sconfiggere i padroni, serve alla sinistra una strategia per un’azione unita, come parte della lotta per il potere operaio.

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Quando i tempi saranno maturi, gli eventi si muoveranno con enorme velocità e energia, ma potrebbe volerci un po’ perché quel punto venga raggiunto”. Friedrich Engels

Negli ultimi sei mesi, hanno avuto luogo cambiamenti importanti all’interno dei sindacati.

Ci sono state svolte verso sinistra, non solo nel sindacato più importante del settore pubblico, Unison. Ci sono stati anche segnali di un aumento del conflitto sindacale, con scioperi o minacce di sciopero che hanno coinvolto i lavoratori delle ferrovie, gli edili, i lavoratori pubblici, i lavoratori della nettezza urbana, quelli delle amministrazioni locali, i docenti universitari, e altri. Unite è coinvolta nel numero di vertenze sindacali- più di 50- più grande della sua storia.

Questi sono chiaramente dei cambiamenti importanti, ma cosa significa tutto questo?

Un interessante articolo è apparso recentemente su labourlist.org, intitolato “Il Nuovo Sindacalismo: il radicalismo sta dilagando nel movimento sindacale”, scritto dal parlamentare della sinistra laburista John McDonnell. In esso, egli parla di un “vento di cambiamento” e descrive “un’ondata di Nuovo Sindacalismo radicale”.

“Nuovo Sindacalismo” (New Unionism”) era il nome dato all’ascesa delle lotte sindacali negli anni novanta dell’Ottocento in Gran Bretagna. Esso segnò una trasformazione e vide la creazione di sindacati di massa di lavoratori non qualificati- settori precedentemente considerati impossibili da organizzare.

Nell’attuale periodo di instabilità che si è aperto, queste svolte verso sinistra indicano che cambiamenti significativi sono a portata di mano.

Dato il riflusso decennale della lotta di classe e il declino degli iscritti e della forza dei sindacati, questi eventi mostrano il potenziale di un cambio qualitativo nella situazione. I sindacati possono diventare di nuovo il principale centro di resistenza e riscossa per la classe operaia.

Capitolazione

Per un lungo periodo di tempo, il grosso della direzione dei sindacati ha agito come un freno colossale sul movimento della classe operaia.

“L’apparato dei funzionari in alcuni sindacati sembra avere una presa di acciaio sulle leve del potere all’interno dell’organizzazione, soffocando il processo decisionale democratico da parte dei membri di base e trattenendo la volontà dei loro iscritti di mobilitarsi e portare avanti delle campagne”, ha scritto John McDonnell.

I dirigenti della destra sindacale hanno fatto di tutto per smorzare e far finire in una bolla di sapone qualsiasi tentativo di lotta. E hanno scaricato sugli iscritti la colpa per l’assenza di combattività. “Possiamo spingerci solo fin dove gli iscritti sono pronti ad andare”, erano soliti dire cinicamente.

La direzione di destra di Unison era un esempio significativo a questo riguardo, dal momento che era pesantemente invischiata nella collaborazione di classe con i datori di lavoro e il governo.

Questa politica di aperta capitolazione e di ritirata ha avuto effetti disastrosi ed ha avuto come risultato il più grande taglio dei salari reali negli ultimi dieci anni rispetto a ogni altra decade dai tempi di Napoleone. La privatizzazione e la precarizzazione hanno proceduto una di fianco all’altra, portando una distruzione generalizzata delle condizioni contrattuali dei lavoratori.

Certo, ci sono onorevoli eccezioni a questa capitolazione abietta , come i sindacati di sinistra PCS (sindacato dei dipendenti dei ministeri e altri enti statali, ndt) e RMT (che organizza ferrovieri, lavoratori della Metro e marittimi), e pochi altri.

Ma ora tutta la situazione sta cambiando. La Gran Bretagna, considerata una volta un paese molto stabile, è diventato estremamente instabile.

Spostamenti tellurici

Di fatto, nell’ultimo periodo, siamo stati testimoni di una serie di veri e propri terremoti e scosse.

Questi includono, per esempio, l’ascesa drammatica del movimento di indipendenza scozzese e il crollo del Partito Laburista scozzese; l’ascesa e la caduta del corbynismo; il voto della Brexit; il declino dell’unionismo nel nord dell’Irlanda, e una crisi generalizzata del regime aggravata dalle azioni del governo Johnson.

Tutti questi fenomeni hanno radici comuni. In fondo, sono un riflesso dell’approfondimento della crisi e della impasse del capitalismo britannico, che è degenerato in una potenza di terza classe a margine dell’Europa, governata da una banda di parvenu incompetenti, bugiardi e criminali.

Gli strateghi più lungimiranti della classe dominante sono profondamente allarmati dalla situazione. Nel passato, potevano affidarsi al Partito Conservatore e ai dirigenti sindacali di destra per garantire i propri interessi. Queste erano leve importanti con le quali controllare la situazione e mantenere un grado di stabilità. Ma la situazione non è più così.

E’ sfuggito di mano il controllo della classe dominante sul Partito Conservatore specialmente con quel cane sciolto di Boris Johnson a capo del partito. Altrettanto seria è la loro perdita di controllo sui sindacati più importanti.

Unison, forte di 1,4 milione di iscritti, precedentemente bastione della destra, si è spostato a sinistra, con l’elezione di un esecutivo e di un presidente di sinistra. Nel frattempo, il candidato dell’establishment a segretario generale di Unite (che organizza i metalmeccanici, i lavoratori di trasporti e logistica e gli edili, ndt), Gerrard Coyne, è stato pesantemente sconfitto e la conseguente vittoria di Sharon Graham ha spinto il sindacato ulteriormente verso sinistra.

Questo fermento crescente non sarebbe potuto avvenire in un momento peggiore per la classe dominante. La rabbia e l’amarezza nella società hanno raggiunto dei livelli esplosivi. La classe operaia dovrà fare i conti con un crollo drammatico delle condizioni di vita nei prossimi mesi, con i prezzi che aumentano e le bollette dell’energia che raddoppieranno a aprile. Questa è stato descritto dalla Resolution Foundation come una “un carovita catastrofico”.

“Il quadro generale sarà probabilmente uno di prezzi in crescita e salari stagnanti. Di fatto, i salari reali hanno già cominciato a scendere e il prossimo Natale saranno di poco superiori di quanto siano adesso”, afferma la Fondazione.

Periodi di inflazione crescente sono stati spesso accompagnanti da livelli crescenti negli scioperi, perché i lavoratori tentano di recuperare quello che hanno perso in termini di potere d’acquisto dei loro salari. La classe dominante si trova così seduta sull’orlo di un vulcano che è pronto a eruttare.

Malcontento

In precedenza, la rabbia e la radicalizzazione diffuse avevano trovato un’espressione nell’ascesa di Corbyn a leader del Partito Laburista. Questo fu un canale politico attraverso il quale la classe operaia trovò un modo per esprimere la sua voglia di cambiamento.

Ma ora con Starmer che sta riportando il Partito al blairismo, il fronte politico è bloccato. Come risultato, la classe operaia si sta orientando verso il fronte sindacale.

Così è come spieghiamo l’elezione altamente significativa di una nuova direzione di sinistra in Unison, la prima volta in 20 anni. La sinistra avrebbe anche conquistato la posizione di segretario generale, se non fosse stato per il settarismo del Socialist Party e di coloro che hanno supportato un candidato rivale di “sinistra”, che ha diviso il voto, permettendo la vittoria del candidato di destra.

Lo stato d’animo di rabbia nelle fila si è anche riflesso nell’elezione di Sharon Graham come nuova segretaria generale di Unite, che ha promesso la ripresa di politiche combattive nei luoghi di lavoro.

“Cosa stiamo cercando di ottenere? Cosa ci troviamo di fronte? E di cosa abbiamo bisogno per cambiare?”, si è chiesta Sharon in un recente articolo.

Parlando apertamente, è il momento di affrontare i fatti. Non c’è nessun eroe a Westminster che verrà a salvarci. Dobbiamo fare da soli, prima che sia troppo tardi. Nello specifico, dobbiamo costruire un potere popolare, della classe operaia”. (Tribune, 20-12-21)

A questo proposito, Sharon Graham ha perorato la necessità di costruire il sostegno al sindacato a partire dai luoghi di lavoro, collegando i rappresentati dei vari gruppi e coordinando l’azione nelle fabbriche, insieme con gli altri sindacati. Questo è potenzialmente un grande passo in avanti.

Con la sinistra che controlla l’esecutivo in Unison e Paul Holmes come presidente, un’azione unita e coordinata è possibile non solo tra i due più grandi sindacati in Gran Bretagna, Unite e Unison, ma in tutto il movimento, come ha sostenuto la direzione del sindacato PCS negli ultimi due decenni.

Questo fermento nei sindacati è parte dello stesso processo che ha spinto il corbynismo ai vertici del Partito Laburista e che ora si sta esprimendo sul fronte sindacale. Sono entrambi parte dello stesso fenomeno: crescente malcontento e rabbia nella società.

Questa è anche una conferma della nostra prospettiva che la classe operaia, bloccata sul piano politico, si sarebbe spostata sul fronte sindacale.

Le lezioni da imparare

I riformisti tendono a oscillare dall’euforia alla disperazione. Quando Corbyn riscuoteva successo c’era uno stato d’animo di fiducia nel fatto che un governo che avrebbe difeso gli interessi della classe operaia fosse a portata di mano. Una volta che Corbyn è stato cacciato, un clima di profonda depressione si è impadronito di settori della sinistra. Ma il nostro compito non è né di ridere né di piangere, ma di comprendere.

La sconfitta di Corbyn non è stata la fine della storia. Quello che ha spinto Corbyn ai vertici, la rabbia della classe operaia, non è svanito; è semplicemente stato soffocato. È stato costretto a trovare un’altra espressione.

E come spiega John McDonnell nel suo articolo, “ogni vittoria sui burocrati recalcitranti dei sindacati o sui padroni sfruttatori non solo annuncia l’emergere del Nuovo Sindacalismo, ma ispira la sua diffusione dinamica”.

Questo significa il riemergere della lotta di classe a un livello che non avevamo visto per decenni. Il che è estremamente promettente, ma dobbiamo anche imparare delle lezioni.

Una lezione vitale che deve apprendere la nuova sinistra di Unison è che non è possibile scendere a patti con la destra sindacale. Questa è una lezione tratta dall’esperienza negativa del corbynismo nel Partito Laburista, dove la sinistra – per paura di indisporre la destra- si è rifiutata di condurre la battaglia fino in fondo.

Collaborazione di classe

La destra all’interno dei sindacati – e del Partito Laburista- riflette le pressioni e gli interessi della classe dominante. La loro filosofia è aperta collaborazione di classe, in un tentativo di riconciliare le inconciliabili contraddizioni di classe nella società. Il loro modello è il “sindacalismo d’impresa”, per creare una relazione privilegiata con i padroni.

L’assenza di spirito combattivo permea i dirigenti della destra sindacale. Questo perché non vedono alternative al capitalismo e vedono il loro ruolo come un lavoro all’interno del sistema.

Il Consiglio Generale del TUC, in quanto direzione eletta dei sindacati, dovrebbe in realtà funzionare come il quartier generale del movimento operaio nella lotta contro i padroni. Al contrario, persegue accordi e cooperazione con il governo conservatore.

Questo si è espresso recentemente nella richiesta del TUC che il governo conservatore stabilisca un “Consiglio Nazionale per la Ricostruzione e la Ripresa”, insieme agli imprenditori e ai sindacati.

La collaborazione di classe ha una lunga storia che risale alla metà del diciannovesimo secolo, con i Sindacati di Nuovo Modello che hanno seguito la sconfitta del Cartismo. Questo fu il periodo dell’espansione imperialista e della crescita dei superprofitti, che furono impiegati dai capitalisti per comprare settori della classe operaia. Esso viene visto dalla destra come una ricetta per la “pace industriale” e come una panacea per tutti i mali.

Nel suo messaggio per l’anno nuovo, Francis O’Grady, il segretario generale del TUC, ha ribadito questa prospettiva facendo appello ai ministri conservatori a lavorare con i sindacati per sviluppare un “piano economico a lungo termine”, mettendo insieme rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori.

Tuttavia, allo stesso tempo, il TUC ha avvertito che le famiglie dovevano “tenersi forte per la tempesta del carovita nel 2022”, con le spese per i carburanti in rialzo, gli effetti dei recenti tagli ai sussidi e l’aumento delle tasse in vista.

Ma piuttosto che condurre una campagna militante di scioperi per aumentare i salari e sfidare i padroni, i dirigenti del TUC al contrario fanno appello alla collaborazione di classe. I sindacati di sinistra, come il PCS, il RMT, il FBU (sindacato dei vigili del fuoco) e altri, negli anni recenti si sono opposti a questo approccio, ma erano del tutto isolati.

Adesso, con gli sviluppi in Unison e Unite, e gli scioperi in ripresa, le cose stanno cambiando. Per imporsi nell’elezione a segretario generale, Sharon Graham ha risposto a questo stato d’animo di radicalizzazione. “Dobbiamo continuare a costruire quella fiducia e mostrare ai lavoratori che come dirigenti stiamo dalla loro parte- non con i padroni o i politici”, ha detto.

In un gesto molto positivo, si è espressa a favore di una collaborazione più stretta tra i sindacati, che apre alla possibilità di un’azione di fronte unico. “Ovunque sia richiesto il coordinamento con gli altri sindacati, io farò appello a provarci e ne faciliterò la riuscita. C’è lì un terreno su cui noi possiamo costruire”.

“Per me, così è come dovrebbe essere un cambiamento reale nei sindacati: costruire la forza per intraprendere agitazioni sindacali, più e più volte. Questa è una vera strategia di lotta”, ha spiegato.

Fiducia

Sfortunatamente, tuttavia, persino alcuni della sinistra nei sindacati, dato il loro approccio riformista – cioè la loro mancanza di fiducia nel fatto che la società possa essere cambiata in modo radicale- non sono totalmente liberi dalla collaborazione di classe.

Tali esponenti di sinistra si sono adattati per così tanto tempo alle sconfitte e agli arretramenti del passato che non hanno fiducia nella lotta dei lavoratori. Non riescono a vedere lo stato d’animo reale che si sta sviluppando dal basso, uno stato d’animo che semplicemente non aveva un punto di riferimento per potersi esprimere.

Questa mancanza di fiducia è stata anche infusa negli attivisti di base dei sindacati, molti dei quali hanno perso fiducia nei lavoratori da cui sono stati eletti.

È vero che i lavoratori non sempre e ovunque spingono per lo sciopero, soprattutto quando sanno che la battaglia sarà dura. Entrare in sciopero è l’ultima risorsa. Quello che qui è richiesto è una prospettiva.

Anche se oggi settori della classe operaia non sono ancora pronti a imbarcarsi in azioni di sciopero, come marxisti comprendiamo che la presente crisi del capitalismo spingerà anche i lavoratori più moderati verso l’azione militante.

Parlando in generale, i lavoratori guardano ai dirigenti per avere una guida e, quando questa manca, si diffonde sconforto e apatia. Questo dimostra che una direzione con coscienza di classe è cruciale a ogni livello.

Una direzione marxista nei sindacati preparerebbe il terreno per la lotta, innalzando lo spirito di combattività a ogni passo e ponendosi in prima linea. Questo servirebbe a infondere fiducia e a spazzare via qualsiasi dubbio o difficoltà.

Una tale direzione non smaschererebbe solo i padroni, ma anche il sistema capitalista nel suo complesso, utilizzando ogni opportunità per mostrare l’alternativa socialista. Nelle parole di Lenin, sarebbero dei “tribuni del popolo”.

Prepararsi alla battaglia

In questa epoca di crisi e di agonia mortale del capitalismo, ci sono grandi sfide di fronte alla classe operaia. Sarebbe un grave errore pensare che sia una questione di “ordinaria amministrazione” o continuare a gestire le cose come in passato.

Data la gravità della crisi, è necessaria la mobilitazione dell’intero movimento per fermare l’offensiva dei padroni in corso. Tuttavia, mentre singole battaglie possono essere vinte, per fermare l’attacco generale fatto di tagli e privatizzazioni, l’azione deve essere generalizzata e coordinata.

Quando il capitalismo era nel suo periodo d’oro, poteva permettersi di garantire delle riforme e di conseguenza lo sciopero poteva portare abbastanza facilmente a ottenere importanti concessioni dai padroni. Ma oggi la situazione non è più questa.

È vero che dati gli attuali problemi di approvvigionamento delle filiere, gli imprenditori in alcuni settori sono adesso costretti a pagare salari più alti – com’è il caso degli autisti dei camion- a causa della carenza di manodopera. Yodel, l’azienda di consegne, per esempio, ha concesso di alzare la paga di alcuni autisti di quasi il 20% – ma solo dopo aver ricevuto una minaccia di sciopero.

Ovviamente, i lavoratori devono approfittare di questa situazione dove possibile. Ma questa è più un’eccezione che la regola. Milioni di lavoratori, specialmente quelli sottopagati, sono colpiti da tagli salariali e la loro rabbia sta crescendo. Questa è una pressione che sta trovando la sua espressione nei sindacati.

Gli spostamenti a sinistra che abbiamo visto in un sindacato dopo l’altro sono un’indicazione che dopo un lungo periodo di passività, siamo testimoni di un primo stiramento dei muscoli. Il gigante dormiente della classe operaia sta cominciando a svegliarsi.

Finora, tuttavia, non c’era alcun punto di riferimento per questo crescente malcontento. Inizialmente, c’erano grandi speranze nel movimento di Corbyn, ma questo si è esaurito. Adesso tutti gli sguardi sono così rivolti sul fronte sindacale, dove ci sono speranze che i nuovi dirigenti di sinistra operino una svolta.

Sfortunatamente, quello che manca è una prospettiva rispetto a dove sta andando la situazione e a trarne le necessarie conclusioni.

Come Karl Marx disse riguardo ai sindacati alla fondazione della Prima Internazionale nel 1864: “La classe operaia ha un elemento di successo, i numeri; ma i numeri pesano sulla bilancia solo allorché uniti in collettività e diretti con conoscenza del fine. ”.

Tuttavia, la “conoscenza” o la teoria sono sempre stati un punto debole del movimento operaio britannico, che si è al contrario appoggiato sul pragmatismo e il “senso comune”.

Guida all’azione

Quello che serve è una prospettiva chiara. La teoria più elevata per la classe operaia è il marxismo, che è una guida essenziale per l’azione e per le prospettive.

Come marxisti, comprendiamo che senza la lotta quotidiana per le riforme, non ci può essere alcuna lotta per cambiare la società, che è l’unica reale soluzione ai problemi. Per questo dobbiamo essere in prima linea nelle lotte per migliorare le condizioni della classe operaia. “Non un minuto in più nella giornata, non un penny in meno nella paga”, per usare le parole di A.J. Cook, il leader passato della Federazione dei Minatori.

Tuttavia, comprendiamo anche i limiti imposti dal capitalismo. I capitalisti cercheranno di riprendersi ogni concessione strappata dalla classe operaia.

Questo significa che la lotta per le riforme è priva di senso?

Al contrario! La lotta di classe è una lotta di forze vive ed è questo che ne determina il risultato. È precisamente attraverso la lotta di classe che i lavoratori imparano dalla propria esperienza, mediante vittorie e sconfitte. È attraverso questa scuola della strada che si sviluppa la coscienza.

Un dirigente sindacale deve essere come un buon generale in guerra, ma nella guerra di classe. Deve avere una tattica chiara, ma anche una strategia ben rodata.

“Un dirigente sindacale marxista deve comprendere non solo le tendenze generali del capitalismo, ma anche analizzare i caratteri specifici della situazione, la congiuntura, le condizioni locali – incluso l’elemento psicologico- al fine di proporre una posizione di lotta, di vigile attesa o di ritirata”, spiegava Trotskij.

Egli aggiunse anche, “è solo sulla base di questa attività pratica, intimamente legata con l’esperienza della grande massa, che il dirigente sindacale è capace di mettere a nudo le tendenze generali del capitalismo in decomposizione e di formare i lavoratori per la rivoluzione”. (Trotskij, La Rivoluzione Spagnola, 1931-39).

Come ha spiegato Trotskij, il ruolo dei sindacalisti marxisti deve essere quello di innalzare il livello di comprensione dei lavoratori e di spiegare con quali forze devono scontrarsi. Il marxismo, altrimenti noto come “socialismo scientifico”, offre questa comprensione di classe.

Potere operaio

Sharon Graham ha detto correttamente che attraverso i nostri sindacati “dobbiamo costruire il potere popolare, della classe operaia”. Ha collegato questo all’importanza dell’internazionalismo: “E non possiamo fare a meno del sindacalismo internazionale, della lotta internazionale”.

Il compito che dobbiamo intraprendere è la trasformazione dei sindacati in organizzazioni combattive che sfidino il dominio del capitale. Questa è la lotta per il “potere operaio”.

Al fine di costruire sindacati combattivi, essi necessitano della massima democrazia, con la piena partecipazione degli iscritti e la piena revocabilità dei funzionari a tempo pieno e delle direzioni sindacali.

Questo significa anche costruire organizzazioni democratiche della Sinistra sindacale in ogni sindacato. Come dice il detto, il prezzo dei nostri diritti democratici è la continua vigilanza. Per questo, la battaglia per sconfiggere la destra deve essere condotta fino alla fine.

Sharon ha fatto una lista delle sfide che deve affrontare la classe operaia: catastrofe climatica globale, automazione di massa del lavoro nuove ondate di austerità, e l’arroganza dei grandi capitalisti.

Ognuna di queste sfide ha le sue radici nella crisi del capitalismo, in Gran Bretagna e a livello internazionale. La soluzione riguarda la radice più profonda della proprietà capitalistica e la lotta su chi controlla la produzione. Per usare le parole di Sharon Graham, questa è l’essenza del “potere della classe operaia”.

La lotta per il socialismo

Questo significa che la lotta per i problemi quotidiani deve essere legata attraverso un programma di transizione alla proprietà pubblica dei maggiori monopoli, delle banche e delle compagnie assicurative, sotto il controllo e la gestione democratica dei lavoratori. Questa aspirazione rivoluzionaria fu, e in molti casi rimane, sancita nelle costituzioni dei sindacati.

Solo il rovesciamento del capitalismo può offrire un’alternativa per la classe operaia. Il Nuovo Sindacalismo portò alla creazione del Partito Laburista e al “Great Unrest” prima della Prima Guerra Mondiale. Il nuovo periodo in cui siamo entrati offrirà la scena per le convulsioni rivoluzionarie in Gran Bretagna come in qualsiasi altro luogo.

Lo spostamento a sinistra di una serie di importanti sindacati in Gran Bretagna è l’avvisaglia di quello che sta per accadere. Una nuova generazione di attivisti si farà avanti cercando di cambiare la società e, nel farlo, lotteranno per riconquistare il controllo dei sindacati, organizzazioni che furono costruite dalla classe operaia per combattere i padroni. Stanno emergendo adesso le condizioni per cui la direzione di destra dei sindacati può essere sostituita in preparazione di un nuovo periodo di lotta di classe. In questo modo, i sindacati potranno essere all’altezza e giocare una parte attiva nella lotta per il socialismo e per il rovesciamento del capitalismo.

5 gennaio 2022

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