Il marxista pakistano Lal Khan parla in Libano

Italian translation of Pakistani Marxist, Lal Khan, speaks in Lebanon (21 November 2006)

La "Conferenza internazionale in solidarietà con la resistenza libanese contro l'aggressione imperialista" si è svolta nella sede dell'Unesco a Beirut dal 16 al 19 novembre. Lal Khan, marxista pakistano, leader della tendenza marxista "the Struggle", è stato invitato ufficialmente ad intervenire. Pubblchiamo sul nostro sito un riassunto del suo discorso.

dal sito In defence of Marxism

Prima di dare la parola al compagno Lal Khan, il moderatore dell'assemblea ha mostrato il libro "la guerra tra Israele e libano ed il futuro del Medio oriente", di Lal Khan. Ha spiegato come fosse il primo libro scritto nel Sud dell'Asia contro l'aggressione Israeliana dalla fine della guerra dello scorso luglio. Ha illustrato i contenuti del libro ed ha infine ceduto la parola a Lal Khan, presentato come il segretario internazionale della Pakistan trade union defence campaign (Ptudc), campagna in difesa dei sindacati pakistani, e come direttore dell' "Asian marxist review", una rivista trimestrale marxista rivolta ai lavoratori del continente asiatico.

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Compagni, vi porto un messaggio di appoggio e di solidarietà nei confronti della vostra coraggiosa resistenza contro l'aggressione imperialista-sionista a nome dei lavoratori e dei giovani pakistani. Tale appoggio e solidarietà non vi giunge sulla base della religione, del nazionalismo o del localismo, ma in nome dell'unità di classe che segue il principio "un offesa a uno è un offesa a tutti".

Compagni! Karl Marx disse oltre 150 anni fa che "l'emancipazione politica degli ebrei, dei cristiani e più in generale di ogni credente è l'emancipazione dello stato dal Giudaismo, dal Cristianesimo e più in generale dalla religione" ed aggiunse che "l'emancipazione degli ebrei è possibile solo quando l'umanità sia emancipata dal Giudaismo".Lo stato sionista in Israele è un espressione di ciò che Marx analizzò tanto tempo fa. È stato creato dall'imperialismo, usando il metodo antico e sperimentato del "divide et impera" per fomentare l'instabilità, il disordine ed i conflitti in Medio Oriente cosicché gli imperialisti possano controllare le risorse della regione.

In modo da sviluppare una strategia per combattere il nemico dobbiamo capire le ragioni degli attacchi e dell'aggressione da parte del nemico stesso. Oggi il capitalismo su scala mondiale si trova in uno stadio simile a quello di una malattia terminale. L'incapacità dei leader imperialisti di risolvere questa crisi li ha resi disperati e da questo stato d'animo possiamo comprendere la follia e la crudeltà della classe dominante in tutto il mondo. Questa aggressione (nei confronti del Libano, ndt), tutte le guerre e le devastazioni sono il risultato diretto di questa pazzia di questo sistema marcio ed obsoleto i cui effetti colpiscono l'intera umanità.

In Medio Oriente lo stato sionista è la principale fonte di tale brutalità e spargimento di sangue. Non possono esserci pace, stabilità o progresso finchè questo stato esiste nella sua forma attuale. Per cui è proprio lo stato reazionario sionista della borghesia israeliana che deve essere definitivamente sconfitto e rovesciato.

La storia tuttavia ha dimostrato che, sulle basi attuali, sia il terrorismo che gli accordi negoziali sono inutili. La soluzione si trova altrove.

Ci sono solo due modi di abbattere lo stato sionista. Il primo è per mezzo di una guerra rivoluzionaria contro lo stato d'Israele. Abbiamo visto elementi di questo nella guerra del 1956, riguardo al canale di Suez, quando Nasser sconfisse non solo Israele ma anche le forze imperialiste francesi e britanniche che lo sostenevano.

Ma una guerra rivoluzionaria del genere non può essere lanciata da nessuna regime capitalista reazionario dei paesi arabi. Gli interessi dei regimi saudita, giordano, egiziano e di altri nella regione sono comuni a quelli della classe dominante israeliana. Costituiscono un ostacolo alla lotta del popolo palestinese e degli altri popoli oppressi dell'area.

Così, per sviluppare una guerra rivoluzionaria contro lo stato israeliano è necessario innanzitutto rovesciare questi regimi arabi reazionari per mezzo di una rivoluzione socialista, in modo da portare al potere i lavoratori in questi paesi. Allo stesso tempo mentre si intraprende una guerra rivoluzionaria di tale portata è vitale e decisivo che le masse arabe rivolgano un appello ai lavoratori e alle masse israeliane per appoggiare la loro guerra contro lo stato sionista. Sarebbe una guerra contro quello stesso stato che è anche la fonte di ogni oppressione e sfruttamento. Dobbiamo comprendere come l'unità con le masse israeliane si possa raggiungere solo se la lotta è lanciata su basi di classe

Compagni, la resistenza può essere vittoriosa solo se è condotta sulle basi di una strategia rivoluzionaria.

L'obiettivo finale di questa lotta rivoluzionaria sarà la creazione di una federazione socialista del Medio Oriente, dove ci sarà uno spazio per tutti i popoli della regione. Ciò non porrà fine una volta per tutte a questa lunga trafila di sofferenza fatta da miseria, oppressione, tirannia e spargimenti di sangue, ma potrà rapidamente portare le masse su cammino della prosperità, della libertà e dell'emancipazione abbattendo il giogo dell'imperialismo e dei suoi fantocci nella regione.

 

Viva la resistenza palestinese e libanese!

Viva la Federazione socialista del Medioriente!

21 novembre 2006