Lo scontro tra i capitalisti nella ricerca del vaccino per il Covid-19

Visti i miliardi di dollari investiti per la creazione di un vaccino per il Covid-19, gli imperialisti sono solo interessati a proteggere la loro proprietà intellettuale e a regolare i conti tra di loro. Nel frattempo, organismi globali come l’OMS rivelano ulteriormente la loro impotenza di fronte a questa emergenza sanitaria pubblica internazionale.


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I diplomatici di tutto il mondo si sono incontrati lunedì per l’annuale assemblea mondiale della sanità (il congresso dell’Organizzazione mondiale della Sanità). Dopo alcuni promettenti sviluppi verso la creazione di un vaccino, l’incontro online si è concentrato su un’unica risoluzione, proposta da alcuni stati membri dell’Unione Europea, ovvero che il vaccino diventi un “un bene pubblico mondiale”. L’obiettivo è quello di impedire ai paesi più ricchi di monopolizzare farmaci e vaccini vitali da usare contro il nuovo coronavirus.

La borghesia è desiderosa di produrre un vaccino in modo che possano porre fine a questa pandemia e rimettere in moto la produzione. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è cooperare e condividere risorse. Ma questo entra in conflitto con gli interessi delle grandi compagnie farmaceutiche, che sono più preoccupate a proteggere la propria proprietà intellettuale piuttosto che a salvare vite umane. Anche la classe dominante è divisa. La risoluzione è stata in parte un tentativo di mettere un freno agli Stati Uniti, che sembrano essere quelli più avanti nella strada per una cura e cercano di sfruttarlo al meglio, negando al resto del mondo un facile accesso.

Alla fine, l’assemblea è diventato un evento secondario in una disputa crescente tra le maggiori potenze, in cui gli Stati Uniti e la Cina sono i principali contendenti, con un OMS indebolito che è tra due fuochi.

La competizione per il vaccino

I capitalisti scalpitano per rimettere in moto l’economia, con le classi dominanti di ogni nazione impazienti di partire avvantaggiati rispetto ai rivali. Di conseguenza, sono stati investiti miliardi nella creazione di un vaccino per arrestare la diffusione della pandemia e prevenire una seconda ondata di infezioni. Attualmente ci sono 76 farmaci candidati in varie fasi di test e sviluppo.

La società biotecnologica statunitense Moderna sembra essere davanti a tutti. Nel primo ciclo di studi sull’uomo, il loro vaccino (mRNA-1273) ha prodotto solo effetti collaterali minori e ha dimostrato la capacità di fermare la replicazione del virus nelle cellule umane, oltre a creare livelli di anticorpi simili a quelli dei pazienti guariti da Covid-19.

Quando lunedì è stata pubblicata questa notizia, l’indice azionario di riferimento statunitense, lo S&P 500, ha chiuso con un rialzo del 3,2% e il Dow Jones è aumentato di quasi il 4%. I capitalisti ripongono le loro speranze sul vaccino di Moderna, ma i loro festeggiamenti potrebbero essere prematuri. Al momento, si è dimostrato efficace solo per un campione di 45 soggetti in prova. Gli esperti avvertono che la tempistica data da Moderna per avere un vaccino prodotto in serie disponibile entro la fine dell’anno è estremamente ottimistica. Una consegna così rapida non è mai stata raggiunta prima. L’approvazione da parte della FDA (l’agenzia statunitense per gli alimenti e i medicinali) richiederà test su migliaia di pazienti, cosa che potrebbe richiedere mesi o addirittura anni.

Inoltre, come ha sottolineato Daniel Salmon, direttore dell’Istituto per la sicurezza dei vaccini presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health: “Molti vaccini che sembrano efficaci nella fase 1 … non si rivelano essere buoni prodotti”. Infatti, un vaccino della concorrenza sviluppato con il sostegno del governo britannico all’Università di Oxford sembrava promettente, ma non è riuscito a immunizzare le scimmie su cui era stato testato. Donald Trump ha recentemente firmato un ordine esecutivo che consente alle aziende private di eliminare le regolamentazioni per rimettere in moto l’economia il più rapidamente possibile. Ciò potrebbe avere delle implicazioni anche per l’industria farmaceutica. Portare sul mercato un vaccino non ancora pronto e iniziare la produzione è una ricetta per il disastro.

Inutile dire che è nell’interesse immediato degli azionisti di Moderna incentivare la fiducia nel loro prodotto. Lunedì, le azioni di Moderna hanno chiuso in rialzo del 20% rispetto al giorno precedente, con la valutazione di mercato della società arrivata a quasi 30 miliardi di dollari. Ha promesso di investire nuovi fondi nell’espansione della capacità produttiva per il vaccino Covid-19, con ricadute verso la ricerca e sviluppo. Tuttavia, si può immaginare che i suoi amministratori e azionisti siano stati ricompensati profumatamente da questa manna.

Anche questa stella nascente del grande mondo farmaceutico ha le mani in pasta con lo stato. Ha ricevuto una sovvenzione da 483 milioni di dollari dall’Autorità federale per la ricerca avanzata e lo sviluppo biomedico. Il suo direttore, Moncef Slaoui, si è dimesso per diventare lo scienziato a capo dell’Operazione Warp Speed: un’iniziativa della Casa Bianca per accelerare lo sviluppo del vaccino. Il comitato di controllo ha denunciato la nomina di Slaoui per conflitto di interessi. Ma in realtà, gli interessi dei grandi capitalisti farmaceutici e dell’imperialismo statunitense sono gli stessi: ottenere un vaccino il più rapidamente possibile, brevettarlo, portarlo sul mercato e (se i margini di profitto lo consentono), immunizzare la forza lavoro per dare all’economia statunitense un vantaggio rispetto a tutti gli altri.

Litigi fra gli imperialisti

Fino ad ora, l’amministrazione Trump ha completamente fallito nella risposta alla pandemia di coronavirus. Nel momento in cui scriviamo, ci sono stati negli Stati Uniti 92.000 decessi da Covid-19 confermati: il più alto numero al mondo. Con le elezioni alle porte, Trump ha bisogno di far ripartire l’economia e distogliere da sé stesso qualsiasi colpa, e cerca così lo scontro contro gli enti sanitari nazionali e internazionali.

La talpa Rick Bright è stato rimosso dalla sua posizione di direttore dell’Autorità biomedica di ricerca avanzata e sviluppo dopo aver resistito alle pressioni della Casa Bianca per rendere ampiamente disponibili i “farmaci potenzialmente dannosi”, tra cui la clorochina e l’idrossiclorochina. Questi farmaci antimalarici sono stati pubblicizzati da Trump come trattamenti efficaci per il Covid-19, sebbene i test iniziali non siano convincenti. Bright afferma inoltre di essere stato messo da parte dopo aver fatto pressioni per una maggiore scorta di maschere, tamponi e attrezzature mediche nelle prime fasi della pandemia. Ciò è successo in un momento in cui la Casa Bianca stava più o meno liquidando il Covid-19 come una bufala.

Trump ha anche distolto l’attenzione dagli errori della sua amministrazione attaccando i “colossali errori” dell’OMS [che] hanno contribuito ad alimentare l’attuale pandemia” e facendo un favore alla Cina. Mentre il presidente esagera la situazione, è vero che le politiche protezionistiche di Trump e il relativo aumento del potere della Cina significano che questa ha potuto portare avanti i propri interessi negli organismi globali come l’OMS. Non è un caso che il Premier cinese Xi Jinping abbia tenuto il discorso di apertura nella riunione di lunedì, in cui si è impegnato a donare 2 miliardi di dollari in due anni per rispondere alla crisi, con particolare attenzione agli Stati membri africani dell’OMS all’interno della sfera di influenza cinese.

Riferendosi all’impegno di Jinping, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Ullyot, ha dichiarato: “Come fonte dell’epidemia, la Cina ha la speciale responsabilità di dover pagare di più e di dare di più”. In una lettera pubblicata lunedì, Trump ha lanciato un ultimatum secondo cui gli Stati Uniti taglierebbero in modo permanente i finanziamenti all’OMS se questo non riuscisse a “impegnarsi in importanti miglioramenti sostanziali nei prossimi 30 giorni” (cioé allontanarsi da Pechino). Washington ha anche guidato le proteste sul fatto che Taiwan fosse stata esclusa dai verbali dopo che la Cina aveva rifiutato di riconoscere il paese, dimostrando con chiarezza la propria autorità.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno sostenuto con fermezza la proposta dell’Australia (che è coinvolta in una disputa commerciale a parte con la Cina) riguardo al fatto che la risoluzione includesse delle disposizioni per un’indagine indipendente sull’inizio della pandemia “alla prima occasione possibile”. Nonostante abbia avuto da ridire sulle tempistiche, la Cina ha accettato questa proposta, fiduciosa che la sua posizione presso l’OMS la proteggerà da eventuali gravi ripercussioni.

Il cambiamento nell’equilibrio di forze tra la Cina e gli Stati Uniti nelle relazioni mondiali si è riflesso nel fatto che, nonostante le rumorose lamentele, Washington è stata ampiamente emarginata durante l’assemblea e ha accettato con riluttanza la risoluzione dell’Unione Europea, che è stata fortemente sostenuta dalla Cina. L’ostilità e il comportamento imprevedibile di Trump stanno evidentemente spingendo i leader europei ad avvicinarsi all’orbita cinese. Ma l’OMS rischia di perdere il suo più grande finanziatore se Trump tenesse fede alle sue minacce e le portasse avanti. Tutto ciò dimostra i limiti della “cooperazione internazionale” sotto al capitalismo.

La proprietà intellettuale viene prima delle persone

Una parte della borghesia europea comprende l’urgente necessità di ottenere un vaccino il prima possibile per avviare una ripresa economica e cerca invano di favorire una parvenza di sforzo collettivo. Tuttavia, dietro alle loro belle parole su di una “alleanza internazionale per combattere il Covid-19“, vogliono anche ostacolare la corsa degli Stati Uniti per il monopolio del vaccino di Moderna, cosa che ne limiterebbe l’accesso all’Europa. Stanno respingendo gli Stati Uniti schierandosi dietro l’OMS, contribuendo con 7,5 miliardi di euro per compensare il mancato finanziamento e difenderlo dagli attacchi “di parte”.

Dato che queste signore e signori recentemente si sono rifiutati di condividere persino maschere e disinfettanti per le mani con Stati membri dell’eurozona colpiti dal coronavirus, come l’Italia, non sono nella posizione di dare alcun insegnamento sulla cooperazione globale. È solo un caso che al momento i loro interessi siano concordanti.

Inoltre, la loro risoluzione non vale la carta su cui è stata scritta. Il Financial Times ha ottenuto una prima bozza della risoluzione, che mostra come i paesi che hanno grandi settori farmaceutici (tra cui Regno Unito, Svizzera e Giappone), hanno chiesto esplicitamente che la parte relativa alla Dichiarazione di Doha venisse rimossa. Al contrario, hanno voluto sottolineare il ruolo della “proprietà intellettuale nel promuovere l’innovazione e incoraggiare un accesso equo a qualsiasi vaccino o trattamento Covid-19 attraverso meccanismi volontari, compresi donazioni e partenariati”.

La Dichiarazione di Doha del 2001 revoca la protezione della proprietà intellettuale garantita dall’accordo TRIPS (Trade Intellectual Property Intellectual Property) in caso entri in conflitto con la salute pubblica. I paesi imperialisti hanno ignorato la Dichiarazione di Doha dal giorno in cui è stata firmata, causando decine di milioni di morti inutili nelle regioni più povere del mondo in cui le medicine salvavita sono semplicemente troppo costose.

Jamie Love, direttore della ONG Knowledge Ecology International ha definito la risoluzione annacquata “una delusione” e “spaventosa”. Ha detto, “c’era un testo migliore che è stato respinto. In una crisi globale come questa, che ha un impatto così enorme su tutti, ci si aspetterebbe che l’organo di governo dell’OMS abbia la spina dorsale per dire no ai monopoli durante questa pandemia”.

In effetti, è proprio in crisi come queste che organismi globali come l’OMS, l’Unione Europea e le Nazioni Unite rivelano la loro impotenza. Sono totalmente impreparate per far fronte a questa emergenza globale, perché altrimenti entrerebbero in conflitto con gli interessi del sistema capitalista.

Ciò è stato dimostrato dal fatto che gli Stati Uniti si sono opposti alla risoluzione anche in una forma più annacquata, affermando che: “manda un messaggio sbagliato agli innovatori che saranno essenziali per le soluzioni di cui il mondo intero ha bisogno”. Data la fiducia che hanno gli Stati Uniti sul fatto che saranno i primi ad assicurarsi un vaccino, non sorprende che non abbiano intenzione di rinunciare ai propri diritti di proprietà intellettuale, solo perché alcuni “paesi merdosi” (per usare l’espressione di Trump) possano beneficiarne.

Analogamente, l’organizzazione dei padroni dei colossi farmaceutici, che ha sede negli Stati Uniti, la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche (IFPMA) ha obiettato che “questo è probabilmente il momento peggiore per indebolire la proprietà intellettuale”. Tale è il cinismo e la crudeltà del capitalismo che la proteggere potenzialmente miliardi di persone da una terribile malattia passa in secondo piano rispetto alla protezione della proprietà privata e dei margini di profitto delle grandi aziende farmaceutiche.

Questo circo dimostra semplicemente che nessun vaccino curerà la malattia al cuore del sistema capitalista. Se o quando sarà disponibile un vaccino utilizzabile, i poteri forti continueranno a litigare per le risorse essenziali e useranno questa pandemia come un bastone per scontrarsi uno contro l’altro, mentre il capitalismo entra nella crisi più profonda della sua storia. Milioni di persone potrebbero non riuscire a permettersi il prezzo del vaccino mentre gli altri dovranno comunque affrontare livelli spaventosi di austerità, disoccupazione e povertà. Solo un’economia pianificata, basata sulla ricerca del bisogno umano, può fornire una vera soluzione internazionale a queste crisi.

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