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Il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha appena annunciato le proprie dimissioni. Ha perso la maggioranza in Parlamento e Syriza si è spaccata, col leader della sinistra di Syriza Lafazanis che ha lanciato un nuovo partito, Unità Popolare. In un discorso televisivo la scorsa notte Tsipras ha dichiarato che il governo di Syriza avrebbe rassegnato le proprie dimissioni e convocato nuove elezioni. Ha dichiarato anche che altre battaglie attendono il popolo greco, ma che la Grecia ora si impegna ad "onorare" gli impegni presi con l'ultimo pacchetto del cosiddetto salvataggio. Cosa significa?

L’accordo imposto alla Grecia nelle prime ore del 13 Luglio, dopo un Eurosummit durato tutta la notte, non può essere che definito una umiliante capitolazione. La Grecia ha di fatto rinunciato alla propria sovranità in favore della Troika, in cambio di un nuovo salvataggio vincolante e una vaga promessa che forse, un giorno, sarà presa in esame una ristrutturazione (ma non una cancellazione) del debito. Ma questo accordo non funzionerà. Distruggerà politicamente Tsipras e Syriza e farà sprofondare la Grecia in una recessione ancora più profonda. Inoltre, ha fatto emergere profonde spaccature nell’Unione Europea.

Solo dopo la mezzanotte del 15 luglio il parlamento greco ha alla fine approvato una legge onnicomprensiva che contiene tutte le “misure preliminari" richieste dalle istituzioni. La votazione è stata accolta con scioperi, manifestazioni e da una ribellione da parte di 38 deputati Syriza, insieme  all'opposizione della maggioranza dei membri del Comitato centrale del partito.

Con l'avvicinarsi del referendum, la polarizzazione politica sta raggiungendo livelli mai visti prima in Grecia. Gli eventi delle ultime 48 hanno rivelato l'impostura della democrazia borghese; la Troika non è disposta ad accettare alcuna concessione suggerita dal governo greco, e chiede a gran voce la rimozione di Tsipras.

Il governo di Michelle Bachelet sta bruciando le opportunità concesse dai lavoratori e dagli studenti cileni. La crisi sta cominciando a farsi sentire con maggior forza troncando le speranze di riforma che la Nuova Maggioranza, dalla DC fino al Partito Comunista Cileno, aveva raccolto. Le mobilitazioni studentesche e operaie e la repressione riappaiono accompagnate da una polarizzazione crescente nella società cilena.

Gli irlandesi hanno votato in modo schiacciante per l’uguaglianza matrimoniale, facendo dell’Irlanda la prima nazione a stabilirla tramite le urne. Questa è una vittoria del futuro sul passato, del giovane sul vecchio, della ragione sull’ignoranza, delle aree urbane che guardano avanti sull’arretrata Irlanda rurale.

La classe dominante spagnola e i suoi rappresentanti politici di destra hanno ricevuto un colpo molto duro che li ha lasciati del tutto sconcertati e perplessi. Prevedono uno scenario da incubo per i loro interessi, con la prospettiva che quattro delle cinque maggiori città del paese, compresa la capitale, Madrid, vengano governate da PODEMOS e forze alleate ad esso.

Oggi, le grandi imprese ed i pezzi grossi della City di Londra festeggiano la loro vittoria coi loro amici del Partito Conservatore, i Tories. Si stappano le bottiglie di champagne mentre i dividendi s'innalzano. Il partito dei ricchi è di nuovo in sella, e con una maggioranza inaspettata alla Camera dei Comuni (la camera bassa del Parlamento britannico).

Più di 700 morti e una cascata di dichiarazioni ipocrite e stupidaggini di vario tipo. Come sempre l'immigrazione è un tema che accende e scalda gli animi: ad ogni strage non mancano i falsi cordogli e le sparate di quel razzismo che ispira l'attuale politica migratoria. Una politica che prima provoca centinaia di morti e poi lucra sull'ecatombe agitando lo spauracchio dell' “invasione”.

La cosiddetta “Rivoluzione di Maidan” doveva essere a sostegno della democrazia e dei valori occidentali, contro la corruzione e l’oligarchia. Il risultato è stata la sostituzione del dominio di un gruppo di oligarchi con quello di un altro gruppo e adesso quelli che hanno beneficiato del cambiamento si fanno la guerra a  vicenda per spartirsi il bottino. 

Varoufakis, il ministro delle Finanze greco, si presenta come un marxista - anche se "erratico" - e viene descritto come tale anche dai media borghesi. Noi sosteniamo sia il classico riformista che crede che una soluzione alla crisi attuale possa essere trovata all'interno del sistema capitalista, una cosa che Marx non ha mai sostenuto.

Le elezioni nella popolosa regione del sud della Spagna, tenutesi domenica scorsa, erano cariche di una valenza nazionale. Pubblichiamo ampi estratti dell'analisi pubblicata dai marxisti di Lucha de clases, promotori dei circoli Podemos por el socialismo.